blink to action
Un’esperienza emozionale collettiva
A volte succede che gli attori di un’organizzazione si comportino come i personaggi di un’interpretazione teatrale con ruoli da esibire, copioni da rappresentare e battute già pronte da recitare.
Ma, se nonostante l’ottimo lavoro autorale, gli attori non sapessero cosa fare e per giunta dove andare? Succede di essere talmente dentro la scena che addirittura si smarrisce il reale nella recitazione quotidiana.
Tuttavia ciò che sembra inadeguato si rivela essere un utile alleato al punto che nella costruzione di una nuova cultura organizzativa, si può prendere a prestito il palcoscenico per costruire un altro palcoscenico, quello d’impresa.
E’ ciò che noi di OdC Blink abbiamo fatto attraverso il nostro Blink Strategy Lab, affiancando la storica azienda Giuso, nella costruzione partecipata della propria rappresentazione d’impresa. Quindi il mezzo, quello teatrale, diventa uno strumento utile a esplorare, condividere e cambiare attraverso un’esperienza emozionale collettiva.
Come spiega Carlo Canestri, Amministratore Delegato, “la rappresentazione teatrale, se ben strutturata e interpretata, è anche lo strumento migliore per cercare di ironizzare su alcuni aspetti critici della gestione, non per banalizzarli ovviamente, ma per dimensionarli nel modo corretto e non farli percepire come problemi insormontabili, ma come aspetti su cui lavorare con il proprio team.”
Un intervento breve di cultural strategy design che non solo ha visto l’azienda spettatrice della propria rappresentazione ma che l’ha resa, in differenti modalità e a diversi livelli, costruttrice di una nuova soluzione, di un palcoscenico organizzativo, per l’appunto, flessibile ai cambiamenti di impresa e agli scenari di mercato.
“E’ stato un vero e proprio lavoro di co-costruzione del copione Giuso, se vuoi per certi versi anche scomodo, perché dovevamo comunque evidenziare tutte quelle disfunzioni che rischiavano di boicottarci e che non è sempre facile ammettere. Quindi, ancora prima della messa in scena, noi stessi abbiamo dovuto riflettere e revisionare i nostri comportamenti. Mentre la rappresentazione teatrale vera e propria,” continua a raccontare Carlo Canestri, “che ha giocato strategicamente su quell’effetto spiazzamento dal sapore ironico, ci ha permesso di sdrammatizzare la percezione di un sistema, il nostro, che proprio per la storicità, rischiava al suo interno di irrigidirsi su automatismi a tratti implosivi. Si è quindi lavorato sullo spostamento dal proprio punto di vista e, dunque, sull’includere ciò che poteva apparire improbabile solo un attimo prima, come ad esempio il poter sorridere di alcune nostre disfunzioni oppure il prendere in considerazione, co-costruendoli successivamente, comportamenti rinnovati e più funzionali.”
Nelle immagini alcune scene dello spettacolo “Mister V”.
Project: Mister V – gennaio 2014
Author: Cristiana Giacchetti