La comunicazione che non è solo comunicazione

È la solita storia. “Houston, abbiamo un problema” qualcuno grida dal pulpito al centro della sala e tutti attorno cominciano a guardarsi con sospetto alla ricerca del colpevole di quel problema. [Continua a leggere …]

#10 Pillola di cinismo

Le autorevoli parole di Forbes sembrerebbero evidenziare che oggi fare open innovation sia diventata più una consuetudine che un’innovazione. [Continua a leggere …]

blinkmakers

L’evoluzione liquida

Acqua azzurra, acqua chiara” recitavano in una calda estate le potenti parole di Lucio Battisti, raccontando di un amore puro, puro come acqua limpida e trasparente che “con le mani posso finalmente bere”.

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la stanza dei cinici

Venghino signori, venghino, ecco il ladro di comunicazione!

CHARLIE'S SUGGESTION

È ufficiale, è finita un’era. La lunga reggenza della “famiglia dal bian biscotto” che ha contagiato il sistema consumi per decenni è svanita sotto gli effetti della prolungata crisi di mercato.

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#8 Pillola di cinismo

L’influenza della marchetta ha trovato il suo rimedio morale anziché naturale. [Continua a leggere …]

blink to action

Inversamente

Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia”, questo ci dice la matematica. E se con i numeri quest’assioma funziona, un po’ diverso è il risultato che si ottiene con le parole.

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#7 Pillola di cinismo

Quando nascono nuove religioni non possiamo fare a meno di riflettere su di loro. [Continua a leggere …]

officina della comunicazione

Fuori dal Salone, fuori dagli schemi

CHARLIE'S SUGGESTION

Prendi una sorprendente giornata di sole di fine marzo a Milano. Le ore calde e dorate del tardo pomeriggio, il fluire dell’acqua trasparente, i fiori appena sbocciati.

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#3 Pillola di cinismo

La riflessione del giorno potrebbe sembrare a sfondo politico, ma non lo è, anche se prende spunto da una notizia politica. [Continua a leggere …]

blink to action

Parla come blinki

Nell’opera di revisione di noi stessi, abbiamo fatto ciò che operiamo sugli altri. Ci siamo infatti imbattuti nella necessità di lavorare al nostro linguaggio. E, pur parlando un buon italiano (almeno così dicono), ci siamo resi conto che l’italiano comune non ci sembrava così consono a rappresentarci.

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