officina della comunicazione

Scegliere di agire o agire per scegliere?

“Eleggere ciò che par meglio”, prendendo a prestito le parole dell’autorevole Treccani, implica lo scegliere in che direzione agire.

È quindi la scelta che ci porta all’azione o al contrario è ciò che facciamo che ci conduce a una decisione?Ma ancor più, come scegliere ciò che “par meglio” senza giungere, parafrasando Clive Staples Lewis ne “Le lettere di Berlicche”, a trascorrere gran parte della propria vita facendo né ciò che si è né ciò che ci piaceva? E se volessimo farci una peggiore fantasia, immaginiamo di trasferire questo stesso dilemma alla responsabilità del sostentamento e quindi, in ultima analisi, del lavoro.

Ecco palesarsi all’orizzonte lo spauracchio dei numeri e dei trend che raccontano di un mondo desolato in cui i posti fissi calano e con essi la speranza della possibilità di veder apparire un contratto a tempo indeterminato o anche solo una ricollocazione in linea con il ruolo che si è sempre esercitato. Insomma, se il mondo del lavoro è in rapida mutazione, lo è in conseguenza anche il nostro “eleggere ciò che par meglio”, evitando di cercare il lavoro che non c’è. Ma la domanda rimane comunque quella dell’inizio, ossia come scegliere. Andare dove i trend dicono di andare correndo il rischio di trovarsi in overbooking oppure, cogliendo la lezione di Kafka, rischiare di mettersi in viaggio per costruire il proprio sentiero?

In entrambi i casi un rischio c’è. Nel primo di fermarsi ancor prima di iniziare un viaggio e nel secondo di intraprendere un percorso la cui meta non potrà essere prevista con certezza se non percorrendo quel sentiero. Insomma scegliere di sperare in un’opportunità oppure decidere di costruire quell’opportunità? A questo dilemma non c’è una risposta certa, perché l’unico modo per sapere se una scelta, anche in campo professionale, potrà essere “ciò che par meglio” è quella di calarla nella realtà, di esperirla, di misurarla andando a ridurre progressivamente il proprio grado di incertezza, financo, se necessario, modificando la scelta iniziale. Attraverso verifiche sul campo della direzione intrapresa, la persona può testare la propria progettualità lavorativa in termini di sostenibilità emotiva, temporale, economica ma anche di adattabilità dell’idea al contesto. E, in conseguenza, tale esperienza potrà essere utilizzata come ulteriore strumento per plasmare il proprio progetto, rendendolo adeguatamente sintonizzato con la propria evoluzione e sostenibilità personale, oltre che con il sistema lavorativo in cui si vuole agire. Proprio la scelta misurata nella realtà a piccoli passi, ha caratterizzato l’esperienza di Elena, partecipante alla precedente edizione del nostro percorso B_link dei mestieri, la quale inizialmente ha deciso di seguire la strada che sentiva più stimolante. Tuttavia, una volta arrivato il momento della verifica sul campo, Elena si è resa conto che la concretizzazione del suo progetto le avrebbe richiesto un investimento temporale, economico ed emotivo superiore a quanto inizialmente immaginava potesse essere. Il test di realtà le ha consentito di misurarsi fattivamente sul campo, arrivando a ridefinire la scelta iniziale e decidendo di intraprendere una direzione a lei nota, ma rinnovata grazie alle capacità acquisite durante il percorso. Questa la riflessione che ha condiviso col nostro tutor Matteo Martinuzzi: “mi è stato evidenziato, fin dal principio, che ci sarebbe stata sempre libertà di scelta e sono stata anche incoraggiata a sviluppare, nella fase iniziale, due progetti. Ero scettica e mi chiedevo se avrebbero cercato di convincermi di qualcosa che non era la mia strada. Invece mi sono resa conto che questa strategia di ampliare le possibilità di scelta mi ha consentito di sentirmi libera di scegliere in qualsiasi momento, ma soprattutto di scegliere responsabilmente. Così, dopo la verifica sul campo, ho deciso di dedicarmi all’altro progetto, trovando oltretutto il modo di proporre il mio lavoro in una maniera completamente rivisitata e rinnovata, molto più sintonizzata con le mie attuali necessità e di affrontarlo con strumenti nuovi e con un atteggiamento più sicuro, sereno e deciso.

Photo Credits: Justin Luebke / Unsplash