blinkmakers
Parole che parlano
Partire dallo studio etimologico di una parola per costruire un’opera d’arte. Perché se il linguaggio, nella sua forma più pura, ovvero la parola, è comunicazione, esso può divenire rappresentazione di un significato attraverso l’arte, che è comunque un processo comunicativo.
Così partendo dallo studio etimologico di una parola, si passa alla costruzione di un’opera d’arte. Una parola che riacquista un nuovo valore che corrisponde al suo senso profondo, quello della sua origine, diventando essa stessa opera d’arte. Tra emozioni, pitture e incontri, ce ne parla Vanni Cuoghi, l’artista che ha firmato insieme a Simona Cantoni – e alla casa editrice Pulcinoelefante di Alberto Casiraghy – il secondo progetto artistico-editoriale “Coraggio”, dopo “Desiderio”. «Si tratta di viaggi nelle etimologie, cercando nelle parole quella poesia che non sempre risulta immediata nell’uso quotidiano e abitudinario che di esse si fa, dimenticandosi un po’ dell’origine e del contenuto», spiega Vanni. Dopo De-sidera, desiderio come condizione di assenza delle stelle, la parola scelta per questo nuovo progetto è quindi Coraggio. Il coraggio che trova la sua radice nel latino “cor habeo”, avere cuore. Avere cuore nella vita quotidiana, nell’affrontare tutte le prove ma anche nel saper cogliere le opportunità che la vita ci offre.
Quale era l’obiettivo che ti sei posto, o che vi siete posti, nella costruzione di questa opera d’arte?
Il progetto legato al libro “Coraggio” è stato realizzato insieme a Simona Cantoni e Alberto Casiraghy e alle edizioni Pulcinoelefante. È il secondo di una serie legata all’etimologia delle parole. Troppo spesso usiamo le parole e non ne conosciamo la provenienza, l’origine e la storia. Questo non ci fa comprendere appieno il significato di molte di esse.
Quale è stato quindi il processo di costruzione della rappresentazione dell’opera?
L’opera è il libro stesso ed è il frutto del tempo che abbiamo passato insieme. Simona, scova la parola e il significato, io penso a quale immagine possa supportare il concetto e Alberto cesella e rifinisce l’idea dandole la veste grafica del libro. Ognuno però interviene anche con suggerimenti sul lavoro dell’altro. Poi ci si vede tutti a casa di Alberto a Osnago si beve un caffè, si parla di silenzi, di musica, di arte e si stampa il libro. Quindi quest’opera potrebbe essere definita il risultato di un lavoro di partecipazione.
Sappiamo che sei l’artista del gioco dell’inganno, qual è il gioco che hai costruito in quest’opera e quindi qual è l’inganno?
In questo caso prevale l’idea che la narrazione sia un materiale pittorico. Il significato è reso plurimo dall’etimologia stessa che apre delle nuove finestre sul senso effettivo. L’inganno, semmai, è celato dietro l’apparente semplicità di una parola che rivela, invece, infiniti mondi.
Essere artista per te è metodo, cioè rigore, oppure creatività e quindi caos?
Essere Artista o fare l’Artista sono la stessa cosa. Il mio mondo è fatto di regole che valgono solo per me, ma comunque sono regole. Anche il caos ha le proprie …solo che non tutte sono codificabili.