blinkmakers
Delizialy: il servizio adattivo
Abbiamo conosciuto, grazie al network Innovits, Giovanni Tomarchio, ideatore e CEO di Delizialy, piattaforma che mira a mettere in contatto chef emergenti e appassionati di gourmet. Una storia, quella di Giovanni, che parte da lontano in cui si integra la sua passione per il cibo e per la cucina con la volontà di poter sperimentare nuovi gusti senza rinunciare alla qualità. Da tutti questi ingredienti nasce Delizialy, la cui unicità, oltre al servizio che offre, è il continuo e costante lavoro di ricerca delle esigenze dei suoi fruitori, ricerca che permette di aggiornare e far evolvere il servizio stesso rendendolo sempre più adattivo a ciò che il cliente vuole. Questo continuo dialogo con le persone e il successivo lavoro di flessibilità sul prodotto finale rende, dal nostro punto di vista, Giovanni e il suo team un perfetto esempio di blinkmakers che non si fermano alla ‘vendita copia e in colla’ bensì solcano i trend per approdare alla costruzione di un servizio che si rinnova al rinnovarsi delle esigenze di chi lo fruisce.
Qual è l’origine di Delizialy?
È un progetto che nasce qualche anno fa ispirandomi al ricettario ‘Il re dei cuochi’, edito nel 1870 da Giovanni Agnelli e usato dal mio bisnonno che era un ‘monsù’, uno chef professionista. La sua missione era capire i desideri dei nobili siciliani, chiedendo direttamente a loro cosa volessero, per poi creare delle proposte e successivamente realizzarle. ‘Il re dei cuochi’ è uno dei primi libri di cucina ad essere stati editi e ad aver portato il concetto di ristorazione fuori dalle case dei nobili, catalogando le ricette di chef importanti e mettendo tali creazioni a disposizione di tutti. Il progetto nasce da questa intuizione e dalla mia passione per il cibo che mi ha spinto a provare tipicità locali in tutte le parti del mondo. Da qui il nome della società che si chiama, appunto, ‘Il Re dei Cuochi’, un marketplace che mette in contatto chef di talento con appassionati di cibo. Gli chef fanno delle proposte di menù, spesso percorsi inediti ed esclusivi, vere e proprie sperimentazioni. Il pubblico attraverso il pre-acquisto elegge la proposta più stuzzicante facendola diventare effettivamente una cena che sarà organizzata dallo chef nel suo ristorante. Successivamente anche le persone non appartenenti alla community possono partecipare a tale evento gourmet. In questo modo si ricrea quella che normalmente è la convivialità tipica di casa dove c’è un’ispirazione, un desiderio e poi la sua concretizzazione. Così lo chef dà vita alle sue idee invitando i suoi commensali a degustare prelibatezze non ordinarie nel suo ristorante. Delizialy, che è il nome che abbiamo scelto per il portale, diventa la porta di accesso alla cucina degli chef mentre loro sperimentano e inventano percorsi speciali, attraverso i quali il consumatore è sia protagonista che giudice del prossimo successo gastronomico.
Come sei passato dall’intuizione alla realizzazione?
Qui si perde l’aspetto più passionale perché c’è bisogno di passare dall’idea al progetto vero e proprio attualizzandola e trasformandola in base alle esigenze dei giorni nostri. Il 13 marzo 2015 abbiamo costituito la società e abbiamo iniziato la prima ricerca di mercato. Delizialy nasce per mettere al centro gli appassionati di cibo quindi siamo partiti da loro per crearla. Successivamente abbiamo iniziato a comprendere il mercato, le dinamiche e a scoprire che effettivamente l’industria del gourmet vale in Italia circa 3 miliardi di euro. In più abbiamo evidenziato che i ristoranti hanno due grandi problemi. Il primo è di fidelizzazione del cliente e il secondo è legato al no-show, cioè quando il consumatore prenota e non si presenta senza disdire. Da una parte c’erano gli appassionati di cibo con la loro voglia di sperimentare ed essere protagonisti, dall’altra, invece, questi due grandi problemi della ristorazione. Allora abbiamo creato il palcoscenico in cui poter accogliere questi due attori mettendoli in contatto e facendoli parlare delle rispettive passioni andando contemporaneamente in contro alle loro esigenze.
Dopo aver condensato questi vari aspetti nel progetto Delizialy cosa è successo?
Da lì abbiamo realizzato il primo prototipo che è stato lanciato ad aprile 2016 a corollario del percorso Gymnasium di Innovits. L’abbiamo fatto girare e successivamente ci siamo ripresentati sul mercato per verificare se quello che avevamo creato era effettivamente in linea con le esigenze dei consumatori e ovviamente degli chef che si erano iscritti alla piattaforma andando a ri-conoscerli personalmente. A questo punto abbiamo costruito una seconda release di prodotto e l’abbiamo testata anche grazie al contributo dei clienti. Loro sono stati essenziali nella fase di test, perché ci hanno permesso di verificare cosa pensassero di quanto avremmo realizzato e poi di realizzarlo. Il risultato è stato che negli ultimi due mesi abbiamo più che raddoppiato la nostra customer base, raggiungendo risultati che prima avevamo ottenuto in cinque mesi.
Da quanto mi dici la ricerca è un elemento molto importante per te. Da dove nasce questo approccio?
La ricerca fa parte del mio background. In passato, mi sono occupato di supportare il lancio della diversificazione di una multinazionale sul mercato italiano. Metodologicamente, il dialogo con il cliente è il primo passo. Prima di vendere qualunque prodotto o servizio ad un potenziale target bisogna conoscerlo e far emergere ciò di cui può effettivamente aver bisogno e, in conseguenza, se si riesce a ritagliare l’offerta in funzione dell’esigenza, il match è molto più immediato. La mia esperienza di scouter di mercato ci ha permesso di comprendere in maniera più aderente ciò che i nostri cliente volevano, dialogando direttamente con loro.
Quali differenze ci sono, se ci sono, tra la tua intuizione e l’attuale Delizialy?
Dall’idea iniziale è cambiato molto. Sono cambiate anche determinate priorità. Per farti un’esempio, Delizialy è il terzo nome dato alla piattaforma che abbiamo creato. Si parte da tre nomi per poi passare ad altri aspetti legati anche al business. Prima volevamo dare più centralità alle location perché ci era sembrato che fosse più interessante. Poi abbiamo scoperto che al nostro cliente interessava cosa andava a mangiare, ovvero la pietanza, piuttosto che dove andava a mangiarla. Tante altre cose sono cambiate nel tempo facendo sì che il progetto, anche grazie ai contributi del mercato stesso, evolvesse. Per farti un altro esempio, oggi si pre-acquista la cena mentre all’inizio si poteva solo votarla. Anche la presenza della community è stata un’implementazione successiva derivante da alcune verifiche che ci hanno portato a definire una profilazione del cliente caratterizzato da uno spirito di appartenenza e orientato alla socializzazione digitale. Basandomi sulla mia esperienza e sul mio background, quando si creano dei servizi si lavora in maniera tailor made e quindi personalizzata. È un continuo improvement. Al contrario i trend della vendita copia e incolla non sono un modo ideale per fare vendita e ancor meno lo sono per fare startup.
Insomma potremmo ridefinire il vostro un servizio adattivo che integra in un dialogo costante due differenti realtà, gli chef e gli appassionati di cucina.
La continua ricerca di mercato è così tanto il nostro mantra che tra aprile e maggio ricominceremo a parlare con i nostri clienti andando a vedere cosa migliorare, quali servizi lasciare o eliminare, facendo ripartire un’altra volta il countdown in vista di una nuova ricerca. Il nostro è un approccio interattivo che ci porta a mettere al centro il cliente per co-costruire continuamente la prossima evoluzione del nostro prodotto.