officina della comunicazione
Blink Day, un giorno all’insegna dello scambio
Scambiare, comunicare, interagire, confrontarsi. Ecco l’attitudine del Blink Day che qualche giorno fa abbiamo organizzato nella nostra officina di Milano. Ci siamo incontrati, ci siamo conosciuti, abbiamo scambiato esperienze, racconti, vissuti, emozioni, nuove prospettive. E il pretesto non erano i soliti “auguri di Natale”. Certo, quelli ce li siamo fatti. Ma siamo andati oltre.
Ci siamo fatti il più bel regalo che potessimo mai desiderare: incontrarci per conoscerci di più. Sì, perché ogni nuova o più approfondita conoscenza ha in sé del potenziale magico, strade che si aprono, percorsi che si proiettano verso l’infinito. Attraverso il dialogo, la tua idea diventa anche un po’ la mia e si trasforma in una eventuale terza nostra idea, ma anche quarta e, se poi siamo tre, quattro, cinque a parlare della tua idea, questa potrebbe elevarsi al quadrato, al cubo, all’ennesima potenza.
In ogni Blink Day, persone mai viste incontrano persone mai viste. Persone già in contatto, si rivedono e interagiscono ancora. Questa volta, i protagonisti del Blink Day, sono stati i litestylers di Silhouette eyewear, come il critico d’arte Ivan Quaroni, gli artisti Vanni Cuoghi e Viviana Valla, l’interior designer Giovanna Carboni, il musicista Sergio Carnevale, la responsabile comunicazione e marketing dell’occhiale super leggero, Paola Botta.
Ma c’erano anche nuovi amici come l’imprenditore coraggioso Enzo Muscia o vecchie conoscenze come i quattro protagonisti e soci fondatori di Ines, società che dà nuovo valore al materiale di scarto trasformandolo in energia, Ettore Barozzi, Giovanni Tascillo, Salvatore Arini e Luca Bertoncini. E poi, giornalisti di moda, stylist, giornalisti di media come e comunicazione, fotografi, editor e influencer come Costanza Aquilini, Pia Johansson, Alessandro Mocenni, Carla Oggioni, Francesco Pizzo, Daniela Zappelli e, ovvio, noi b_linkisti.
Lo scambio in alcuni casi migliora, in altri produce valore. Ed è ben diverso del voler prendere senza dare o ricevere senza offrire, che difficilmente dà appagamento e prospettiva.
Scambio vuol dire apertura, perché riconoscendo la diversità dell’altro si riescono ad instaurare relazioni che fanno la differenza.