#8 Pillola di cinismo

L’influenza della marchetta ha trovato il suo rimedio morale anziché naturale.

Così anche in Italia, seguendo l’esempio americano, sembrerebbe che l’autorità a tutela dei diritti dei consumatori si sia espressa in merito all’incapacità del sistema immunitario degli internauti di difendersi dal virus della pubblicità occulta, propagato sui social dal popolo degli influencer e dei blogger, di cui tuttavia si suppone che tanto ignari non siamo.

Infatti, il rimedio a un fenomeno, per così dire culturale, di mercenarismo digitale, il quale ha modificato le regole dell’obsoleta pubblicità tradizionale per mezzo di un personaggio virtuale che offre la propria immagine al miglior offerente in una logica di scambio, richiederebbe, secondo il dottore, di esplicitare qualsivoglia forma di marchetta scrivendo per esteso parole come “Pagato“, “Sponsorizzato” e “Promozione“.

Certamente dei dubbi in merito al fatto che Chiara Ferragni, tanto per citare la più nota delle blogger, presti il proprio avatar e utilizzi il proprio ingegno ipermediale gratuitamente ci potrebbero essere.

Ma sono altri i dubbi che sorgono spontanei.

Da una parte se l’efficacia del rimedio comunicativo proposto dalle autorità sia stata testata in doppio cieco, come procedura scientifica richiederebbe secondo la quale né il paziente virtuale né il medico moralista siano a conoscenza dell’identità della pastiglia somministrata.

E dall’altra se tale rimedio non confonda il senso dell’etica con la propria morale.

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