#10 Pillola di cinismo

Le autorevoli parole di Forbes sembrerebbero evidenziare che oggi fare open innovation sia diventata più una consuetudine che un’innovazione.

Ed è evidente che se di consuetudine si parla ci sia poco spazio alla pratica dell’innovazione.

Infatti in molti casi si vuole innovare per la possibilità di creare un artificio comunicativo che faccia notizia più che per creare una cultura dell’innovazione che generi quindi esplorazione, sperimentazione e differenza.

Senza considerare che in Italia l’innovazione non solo permetta di far parlare di sé, ma sia anche un elegante alibi per risparmiare e quindi ottenere il così detto sgravio fiscale.

E ascoltando le parole di Al Harrison, uno dei personaggi chiave della Nasa che rese possibile tra le tante anche la missione Apollo 11, quando dice nel film “il diritto di contare” che “le scoperte non si fanno tanto per scoprire, ma per il benessere umano”, ci domandiamo, di fronte al dilagante trendismo di creare innovazione tanto per innovare, se non si confonda un obiettivo di valore con lo stesso strumento che dovrebbe generare valore, per l’appunto l’innovazione.

Pertanto, sebbene allergici alle regole, parafrasando Forbes, oggi diamo una regola dell’insuccesso, ossia che se vuoi fallire devi “utilizzare la pratica dell’open innovation per scopi di marketing o di PR“, perché l’innovazione, se non ben sostenuta nelle fondamenta, potrebbe rivelarsi un boomerang comunicativo e quindi un comportamento a rischio non privo di malsane complicazioni e indesiderate ripercussioni.

photo credits: Alex Knight // Unsplash