#1 Pillola di cinismo

Di recente, con tutto l’interesse che una donna può avere per l’argomento calcio, ci siamo lasciate affascinare dal film che racconta la vita di un campione noto anche alle più fashion addicted.

Stiamo parlando di Pelè.

Un personaggio che, al di là dell’evidente e popolare talentuosità che emerge in un susseguirsi di difficoltà ed ostacoli affrontati nella sua vita, lascia una traccia che insegna ad osservare la realtà da un’angolatura differente. Appena diciassettenne viene convocato proprio per quel mondiale del 1958 che doveva essere il riscatto del Brasile contro la maledizione dell’Uruguay, da cui nel 1950 era stato sconfitto in casa, condannando per sempre all’esilio la pratica della ginga, espressione di un calcio felice e spettacolare.

Ma Pelè non poteva fare a meno di “ballare” nel campo, nonostante tutti, dall’allenatore ai compagni di squadra, gli intimassero di attenersi a un calcio più moderno ed europeo. Ma lui, che aveva appreso dal padre a non “rinnegare se stesso“, inizia a ballare e a contagiare i suoi compagni uno a uno, dando luogo al più bello spettacolo calcistico mai visto, che portò il Brasile alla vittoria di quel mondiale fino a sconfiggere la maledizione dell’Uruguay.

Pelè è Pelè, questo lo sappiamo.

Ma è il messaggio che sta dietro alla sua storia ad affascinarci, perché quella stessa imperfezione che a tratti evitiamo e che alcuni guardano con diffidenza, non è altro che “la nostra differenza” la quale, come dice il campione stesso, crea la nostra bellezza.

photo credits: filmycurry.com